Due giornate di meeting a Roma per il progetto “Mediascapes”

Nei primi due giorni di luglio siamo stati felici, in qualità di capofila del progetto, di ospitare nei bellissimi spazi di AMKA Onlus nel quartiere San Lorenzo, nel cuore di Roma, i partner dal Portogallo per il meeting in presenza del progetto europeo Mediascapes.
Questi due giorni, insieme all’équipe di docenti dell’IC Emma Castelnuovo di Roma e della Escola Secundaria di Viriato e a tutti i partner di progetto, sono stati preziosi per parlare insieme dei risultati raggiunti in questi mesi di attività e di quelli ancora da raggiungere nel prosieguo del progetto, ma sono stati anche un’occasione unica per vedere proiettati i prodotti transmediali realizzati dagli studenti.
Tra docenti, formatori e tutti i presenti non è potuto mancare anche lo scambio di conoscenze e competenze pratiche sul Transmedia Storytelling acquisite attività dopo attività.

E come ogni meeting di progetto in presenza che si rispetti, abbiamo pensato di organizzare per i nostri compagni di viaggio portoghesi dei tour per la città di Roma e nel quartiere di Ponte di Nona, grazie alla collaborazione di Coop. SS Pietro e Paolo, alla scoperta della cultura dei nostri luoghi.

Ultime tappe del viaggio del progetto “Mediascapes” tra Italia e Portogallo

Dopo mesi di attività portate avanti da tutti i partner del progetto Erasmus+ Mediascapes, tra ricerca metodologia e incontri laboratoriali, siamo giunti quasi al termine di questo viaggio. Tra Italia e Portogallo, negli istituti scolastici coinvolti si sono svolte le ultime tappe: quattro giornate di restituzione dei prodotti audiovisivi realizzati durante i laboratori di storytelling transmediale, di dialogo tra studenti partecipanti, formatori e docenti, ma soprattutto di massima espressione delle competenze teoriche e pratiche acquisite incontro dopo incontro.
Sono questi i momenti in cui è possibile vedere che l’obiettivo che ci siamo proposti di portare avanti grazie a questo progetto, ovvero di sperimentare e promuovere i linguaggi legati allo storytelling e alla transmedialità nell’ambito della didattica, è stato piacevolmente accolto e portato a termine con i migliori risultati auspicabili.

LE GIORNATE DI RESTITUZIONE NELLE CLASSI ITALIANE

All’I.C. Emma Castelnuovo a Roma, ogni classe partecipante al progetto ha dedicato una giornata all’attività di restituzione.
I giovanissimi studenti e le studentesse della classe IV° hanno raccontato come è avvenuto il loro avvicinamento allo storytelling transmediale, in un percorso che li ha visti cimentarsi alle prese con la stop motion, i podcast e la tavoletta grafica, per poter raccontare una storia a partire da un tema affrontato in classe precedentemente e che era rimasto particolarmente impresso, ovvero l’antica arte degli origami. Vedere il materiale realizzato in sinergia con tutto il gruppo classe, raccontare l’esperienza formativa vissuta con l’aiuto dei formatori esperti, condividere quanto è stato compreso sul potere del transmediale ha caratterizzato questo primo incontro di restituzione.

Anche il secondo giorno di restituzione, che ha visto protagonisti le due classi partecipanti della Scuola Secondaria di Primo grado, è stato animato dalle stesse attività di dialogo, confronto e espressione di quanto hanno appreso sperimentando il cinema interattivo, con interviste, tecniche di improvvisazione teatrale, fotografia, interviste doppie. Questa giornata è stata anche dedicata al racconto del prodotto finale che i destinati hanno potuto realizzare: il lavoro di squadra di tutti gli alunni ha portato alla produzione di un prodotto audiovisivo che parla proprio di loro, del loro vissuto e delle loro emozioni come abitanti del quartiere Ponte di Nona.

LE GIORNATE DI RESTITUZIONE IN PORTOGALLO

Anche a Viseu, in Portogallo e più precisamente tra le classi della Escola Secundaria Viriato, sono stati dedicati due giorni all’attività di restituzione per presentare i risultati ottenuti dopo mesi di appuntamenti formativi proficui. La prima sessione è stata un incontro tra studenti e studentesse partecipanti, docenti e esperti formatori, in cui hanno avuto la possibilità di raccontare le attività svolte e di valutare insieme criticamente i risultati dei workshop di Mediascapes.

In particolar modo, è stato lasciato ampio spazio per la messa in mostra del processo di lavoro svolto dagli studenti, per sottolinearne l’importanza e la buona riuscita. Tutti i ragazzi e le ragazze hanno espresso tutta la sinergia e motivata partecipazione con cui hanno lavorato, nonché le conoscenze teoriche e le tecniche acquisite sulla narrazione transmediale, tutti elementi necessari per l’ideazione e la produzione di On the Move, ovvero il cortometraggio finale realizzato, di cui hanno potuto raccontare le molteplici micro-narrazioni che lo hanno composto e i relativi significati.

Durante la seconda sessione, invece, gli studenti hanno potuto presentare l’intero progetto ai propri genitori, illustrandone l’organizzazione e gli obiettivi, i laboratori di narrazione transmediale e le esperienze vissute. Naturalmente non potevano non essere mostrati anche tutti i materiali utili ottenuti da questi sforzi e, soprattutto, On the Move. Dopo la visione, l’incontro si è concluso con una stimolante discussione intorno a un concetto che, siamo sicuri, resterà nella mente di tutti i presenti ancora per un po’ e che darà ancora modo di parlare di storytelling transmediale e logiche transmediali applicate alla produzione audiovisiva:  “On the Move” è un film? Cosa manca affinché questa storia, il materiale filmato e prodotto, possa essere considerato un film? Possiamo “continuare a muoverci”?

Transmedia storytelling in Portogallo tra sound, animation e filming per “MEDIASCAPES”

Per il progetto Mediascapes, tra gennaio e marzo 2024 il partner Cine Clube de Viseu ha portato avanti un ciclo di workshop a tema Transmedia Storytelling nella Escola Secundária Viriato (a Viseu). Dalla pratica dello storytelling all’editing del materiale prodotto, attraverso i vari workshop le studentesse e gli studenti partecipanti hanno potuto realizzare dei prodotti narrativi transmediali, creati e condivisi attraverso diversi media. 

RACCONTI DAI WORKSHOP DI CINE CLUBE DE VISEU

Storytelling
I primi incontri di workshop hanno permesso ai partecipanti di entrare in contatto con la pratica dello storytelling. Guidati da Alice Santos, Carla Augusto e Mariana Duarte si sono potuti dedicare allo sviluppo del loro pensiero creativo, acquisendo strategie e processi creativi utili per la costruzione di una storia con tematiche vicine al proprio universo culturale e ai propri interessi, anche toccando tematiche importanti come il bullismo e l’interculturalità. Esplorando le infinite possibilità narrative offerte dall’uso dei media, gli studenti si sono sentiti spinti a raccontarsi liberamente, all’ascolto delle storie altrui e a lavorare in gruppo, costruendo così la storia alla base del prodotto finale. 

Cinema d’animazione e stop motion
Il cinema d’animazione e la tecnica dello stop motion sono stati il tema del secondo blocco di incontri di workshop. Con l’aiuto di Margarida Pessanha, Graça Gomes e Carla Augusto, gli smartphone, attrezzature professionali, pc e tavolette grafiche sono stati i supporti con cui fare pratica, sviluppando al meglio la creatività e le abilità manuali di disegno e ritaglio e soprattutto acquisire le basi per coniugare l’animazione alla narrazione transmediale finale.

Sound design e filming
Per il completamento di un prodotto audiovisivo, non possono mancare gli incontri laboratoriali dedicati al sound design e alle riprese video. Gli studenti, con il supporto del tutor José Pedro Pinto, sono stati guidati nell’esplorazione dell’impatto del suono nei film e nelle fasi di registrazione e post-produzione di dialoghi, suoni d’ambiente e musica, scegliendo liberamente lo spazio interno ed esterno alla scuola più adatto alla loro scena, per poi cimentarsi nelle riprese. Con la guida di Inês Alves, tutti i partecipanti hanno sperimentato l’uso della telecamera, del microfono, del ciak, del lavoro di segreteria e dell’espressione attoriale: i ragazzi si sono sentiti spronati a mettersi in gioco in prima persona, lavorando come attori e come registi, attenendosi rigorosamente alle tecniche apprese e ragionando criticamente sulla manipolazione emotiva che la musica può esercitare sulle immagini.

Grazie al supporto finale di Inês Alves, José Pedro Pinto, Carla Augusto, Mariana Duarte e a un approccio di base al montaggio di alcune clip, entrambe le classi partecipanti hanno potuto portare a termine la realizzazione di un prodotto audiovisivo, incontrando le sfide insite in questo processo creativo e comprendendo in prima persona cosa c’è dietro. La collaborazione tra studenti, classi, insegnanti, formatori e coordinatori è stata la chiave del successo.

I COMMENTI DI CARLA AUGUSTO

Cosa resta impresso ai formatori da questa esperienza?
“Da un lato, l’organizzazione scolastica, con tutte le sue discipline, i programmi e gli orari, che definiscono e modellano la vita e il tempo degli studenti, la natura delle loro esperienze di apprendimento, le relazioni e la partecipazione. L’ingresso di operatori e progetti creativi esterni alla scuola ci permette di convalidare un altro modo di stare a scuola. Quando gli studenti fanno parte di processi creativi sono più liberi di partecipare in modo più autonomo e critico, spinti da un interesse personale e autentico, sperimentando un registro diverso da quello esistente del giusto e dello sbagliato, un registro di ricerca, conversazione, prova, tentativo, soddisfazione, critica, riconoscimento.
Dall’altro, il pragmatismo dei giovani studenti nel modo in cui hanno partecipato alle diverse attività ha reso chiaro ciò che pensano rispetto a tali proposte creative: non devono essere uguali alle attività in classe, devono offrire esperienze pratiche, devono avere il tempo necessario (che deve provenire dal programma di studio e non dal tempo libero), devono permettere a ciascuno di trovare il proprio modo di partecipare, devono consentire la riflessione sui percorsi e sui risultati individuali e del progetto.
Colpisce molto la scuola come la vedrete nel filmato finale: uno spazio etereo con studenti luminosi.”

Cosa è piaciuto di più ai partecipanti e cosa ha funzionato meglio?
“Ciò che è piaciuto di più è stato il FARE, usare le attrezzature, provare nuove tecniche, lavorare da soli ma anche essere accompagnati e poter vedere risultati concreti. Hanno apprezzato molto seguire il processo di animazione, la registrazione e il montaggio del suono e le riprese. Soprattutto filmare, stare davanti e dietro la macchina da presa.”

“Cinema Inclusivo” mostra i suoi prodotti finali nell’incontro di chiusura del progetto

ll 4 giugno, presso il teatro Joanna Bujarska dell’IIS Piaget-Diaz di Roma, si è svolto l’ultimo incontro del progetto Cinema Inclusivo. In questa occasione, i giovani studenti e studentesse partecipanti al progetto hanno avuto l’opportunità di presentare i prodotti audiovisivi realizzati durante i laboratori di stop-motion e fiction, che sono stati proiettati all’interno del teatro e raccontati dagli stessi giovani autori.
I ragazzi e ragazze delle classi 1° e 3°AC hanno raccontato la magica e formativa esperienza vissuta cimentandosi nelle attività di stop-motion, mentre dalla 2°AC sono provenuti i resoconti dalle giornate di laboratorio di fiction, che li ha visti impegnarsi come veri registi.
La fine di un progetto è sempre il momento in cui quanto seminato durante gli incontri formativi e laboratoriali, grazie anche presenza di esperti come i formatori del nostro partner CiaksipArte, si raccoglie nei racconti finali fatti dai nostri giovani destinatari del progetto, in cui esprimono quanto appreso, cosa gli rimarrà impresso, e mostrano quanto imparato attraverso i prodotti audiovisivi finali. Anche in questa giornata finale non sono mancati gli elementi che hanno costituito questo progetto sin dall’inizio: inclusione, libera espressione creativa, partecipazione attiva.

Giovani registi e registe in azione con i laboratori di “Cinema Inclusivo”

Le attività laboratoriali del progetto Cinema Inclusivo non sono terminate con il modulo dedicato alle attività pratiche per sperimentare in prima persona la tecnica dello stop-motion per realizzare prodotti audiovisivi. Gli studenti e le studentesse partecipanti al progetto hanno potuto godere anche di un terzo modulo: questa volta gli incontri laboratoriali hanno fatto cimentare tutti con le riprese dal vero, sempre con l’obiettivo finale di realizzare degli audiovisivi.

Grazie alle competenze apprese in modo informale durante il primo modulo e con il costante aiuto degli esperti Stefano Cipressi e Francesca Marras, gli studenti sono stati coinvolti nel processo di scrittura di una storia. Tutti hanno potuto lavorare all’insegna della libertà di espressione e creativa, con sole due scelte chiave da parte dei formatori per rendere il lavoro pratico anche un momento di crescita delle relazioni tra pari: scrivere una storia con sé stessi protagonisti ma da far interpretare ai propri compagni.
Dopo una momento iniziale di organizzazione del materiale prodotto, lo spazio della scuola ha accolto ogni singolo ciak! I partecipanti hanno prima appreso come dare forma alle proprie scelte registiche e, successivamente, hanno dato il via alle riprese. Ognuno ha scelto uno tra i ruoli essenziali di un set cinematografico e collaborato alla realizzazione delle riprese, acquisendo le tecniche essenziali per l’uso delle attrezzature professionali. 

Presto anche la fase di montaggio di ogni ripresa sarà terminata e potremo condividere il prodotto audiovisivo di questo progetto!

Stop motion, podcast e non solo: i resoconti dei laboratori di “MEDIASCAPES” alla scuola primaria

All’I.C. Emma Castelnuovo di Roma sono proseguiti tra aprile e maggio gli appuntamenti del percorso laboratoriale basati sulla pratica creativa e partecipativa del Transmedia Storytelling, coinvolgendo questa volta una classe primaria di quarta elementare. Nove incontri in cui gli studenti hanno potuto sperimentare la realizzazione di differenti materiali creativi e contenuti mediali per la composizione di un cortometraggio, giocando con svariate tecniche tra animazione, riprese e podcasting.

MARIO CIRILLO CI RACCONTA DEI LABORATORI SVOLTI A ROMA TRA ORIGAMI, FOTOGRAFIE E RIPRESE AUDIO-VIDEO

I laboratori alla primaria sono stati guidati stavolta da Mario Cirillo, esperto in tecniche di stop motion e con il supporto dei collaboratori Roberto Romano e Giacomo Pierro.
Punto di partenza sono stati gli argomenti affrontati durante le ore di didattica e la costruzione della narrazione, dove i partecipanti hanno ripercorso le varie forme narrative, tra cui il racconto fantastico, per iniziare a costruire le proprie storie. I racconti hanno poi preso forma, su scelta della classe, attraverso gli origami. Attraverso l’espediente di questa particolare forma d’arte, che ha impegnato la classe nella realizzazione di origami di carta, dando ampio sfogo alla propria creatività e abilità pratica, è stato possibile dar vita a una breve storia, animata poi digitalmente attraverso la tecnica dello stop motion.

Nella prima fase i partecipanti hanno appreso le basi della scrittura per il cinema, comprendendo il concetto di racconto in tre atti e del viaggio dell’eroe applicato all’animazione. Hanno poi lavorato in gruppo per scrivere passo dopo passo la loro storia, scegliendo accuratamente personaggi e intrecci di trama, e successivamente hanno studiato dei modelli per poter realizzare gli origami più utili e fantasiosi. In un processo di cooperative learning, l’intera classe ha dimostrato grandi capacità creative e attitudine a trovare soluzioni narrative originali a partire da semplici spunti. Pronti i materiali non restava che iniziare a creare la magia!

Dopo la bozza della sceneggiatura è iniziato il momento delle riprese, divise tra stop motion e fiction. I ragazzi e le ragazze hanno potuto realizzare fotografie e riprese acquisendo maggiori capacità nell’uso di attrezzature sia professionali, come le macchine fotografiche, sia di dispositivi digitali che fanno parte del loro quotidiano, come i tablet, scoprendone nuove potenzialità. Scatto dopo scatto, muovendo gli origami, gli/le studenti hanno compreso come poter animare ogni oggetto. Il tutto accompagnato da riprese per la parte di finzione in cui si sono cimentati nelle vesti di attori. 

Immersi nella transmedialità, si è passati infine alla sperimentazione del podcasting in lingua inglese. Tra microfoni e cuffie, registrandosi a turno, hanno scelto di cimentarsi nella lettura di brevi parti della storia e dei dialoghi precedentemente realizzati. 

Il risultato è un cortometraggio che unisce diversi linguaggi mediali, dall’animazione in stop motion, alle riprese di finzione, passando infine per i podcast. Ogni partecipante ha potuto fare tesoro degli strumenti chiave per scrivere e realizzare una storia, attraverso cui raccontare se stessi e a cui dare la propria voce, imparando ad ascoltare i propri pari e ad accogliere le idee altrui in un contesto di cooperazione e di collaborazione tra pari.

Transmedialità e audiovisivo in classe: i primi resoconti dei laboratori del progetto “Mediascapes” in Italia

Dopo l’attività iniziale di ricerca metodologica sul Transmedia Storytelling in campo education, in entrambi gli Istituti Scolastici in cui il progetto interviene hanno avuto inizio i percorsi laboratoriali basati sulla pratica creativa e partecipata del Transmedia Storytelling. Il laboratorio sviluppa e implementa quanto raccolto nella fase propedeutica di ricerca metodologica, promuovendo la pratica del Transmedia Storytelling come metodologia creativa, inclusiva, multidimensionale in grado di stimolare lo sviluppo di abilità soft, l’apprendimento meta-cognitivo ed emotivo studenti con bisogni educativi speciali e sottorappresentati.

IL RACCONTO DEI LABORATORI GUIDATI DA STEFANO CIPRESSI A ROMA TRA CORTO, NARRAZIONE E DISEGNO DIGITALE

In Italia, dall’I.C. Emma Castelnuovo di Roma, sono tre le classi che partecipano agli appuntamenti laboratoriali di Mediascapes. I laboratori guidati da Stefano Cipressi si sono articolati in 7 incontri e il lavoro si è sviluppato partendo dall’utilizzo di diverse tipologie di media proprio in ottica transmediale. Il video, svolgendo riprese in classe attraverso l’utilizzo guidato di attrezzature professionali e in spazi esterni sfruttando le potenzialità degli smartphone; l’audio, lavorando sui paesaggi sonori e le voci fuori campo; il disegno, sperimentando l’uso delle tavolette grafiche; la fotografia, svolgendo esercitazioni pomeridiane in gruppo. Tutti i materiali prodotti dagli studenti comporranno il cortometraggio che verrà successivamente montato e che costituirà un work in progress delle attività di questa prima parte di incontri laboratoriali.

Il tema che ha caratterizzato il lavoro degli studenti è stato quello del quartiere di appartenenza, del quale i ragazzi hanno parlato attraverso le emozioni, i problemi, le contraddizioni che vivono. Fondamentale è stato stimolare i partecipanti a raccontarsi liberamente, mettendo in gioco esercizi di stampo teatrale grazie alla presenza di due formatori esperti in questo campo, Eugenio Banella e Francesca Marras, lavorando sull’ascolto, sull’empatia, sullo scambio e il dialogo con il gruppo. Questo approccio iniziale ha spronato a poco a poco i ragazzi e le ragazze a raccontare apertamente le proprie esperienze di quartiere, a tratti anche personali e intime, e riuscendo così a rappresentare chiaramente il modo in cui vivono il quartiere in cui abitano e le attività che vi svolgono, nonché a esprimere in che modo il quartiere stesso influisce sulla vita di ognuno, attraverso i prodotti mediali realizzati, soprattutto in quelli audiovisivi con l’aiuto di Stefano Cipressi.

La pratica creativa del Transmedia Storytelling ha permesso ai ragazzi e alle ragazze di vivere lo spazio della classe e il momento dello scambio con il gruppo di coetanei come un momento in cui essere contemporaneamente attori e spettatori, cioè raccontandosi senza limiti e imparando ad ascoltare senza pregiudizi, divertendosi e riuscendo ad andare oltre gli ostacoli emotivi. Il valore e il potenziale del Transmedia Storytelling come metodologia didattica sono stati positivamente accolti dagli studenti, partecipando attivamente alle attività, mettendo in gioco le proprie abilità e comprendendo come l’unione di contenuti mediali differenti possa creare uno storytelling che racconti di sé.

Il progetto “TECLA” arriva al Moscerine Film Festival

Il cortometraggio Il mistero della cittadinanza scomparsa realizzato dalle studentesse e dagli studenti della V°A dell’IC
S. Salacone (plesso Carlo Pisacane) e con la guida e la supervisione alla regia di Flavia Montini è stato selezionato al Moscerine Film Festival 2024, per la categoria Focus Scuole.
Il corto è un capitolo del lungometraggio collettivo Tecla nella famosa foresta chiamata Fantasia che comprende tutti i prodotti audiovisivi realizzati durante i laboratori del progetto TECLA. Costruire Cittadinanza attraverso l’arte di cui siamo stati partner.
Questo capitolo ha come protagonisti Jacopo, Maya, Oggy e Leyla, che frequentano la quinta elementare. Un giorno scoprono che a uno di loro è stata rubata la cittadinanza italiana e per questo non potrà andare in gita con la classe, così i quattro amici si metto all’opera per scoprire chi si cela dietro questo mistero.
In attesa di scoprire l’esito della candidatura nelle giornate del festival dal 2 al 5 maggio, restiamo con le dita incrociate e auguriamo buona fortuna ai nostri piccoli cineasti!

Proiezione di “La città incantata” per la nuova edizione di “Sguardiattivi”

Per il secondo appuntamento della nuova edizione del progetto “Sguardiattivi”, le studentesse e gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Via Maffi” di Roma hanno partecipato alla visione del film d’animazione La città incantata, del regista Hayao Miyazaki.
Dopo la proiezione a scuola, i giovani spettatori hanno partecipato anche a un incontro di approfondimento sul film e sul linguaggio cinematografico, analizzando gli elementi chiave e le importanti tematiche trattate attraverso le avventure fantastiche della giovane protagonista. Tutto sempre guidati dalla nostra esperta formatrice Valentina Valente.

Dallo storyboard al ciak: stop motion tra i laboratori di Cinema Inclusivo

Per realizzare un prodotto audiovisivo bisogna avere una storia ed è per questo che il punto di partenza degli incontri laboratoriali del progetto Cinema Inclusivo sono stati gli storyboard, creati dalle studentesse e dagli studenti lasciandoli immaginare delle brevi storie e scegliere liberamente le tematiche da trattare, i personaggi e le ambientazioni.
Divisi in gruppi, sono nate tante brevi ma avvincenti storie diverse!

Uno tra gli intenti principali del progetto è rendere le attività completante inclusive, per tutti gli studenti senza alcuna esclusione, ed è per questo che tra i materiali utilizzati non sono mancati anche quelli attraverso cui alcuni studenti sentono di poter comunicare più direttamente e liberamente, come personaggi Lego e make up. In questo modo tutti gli studenti, divisi in gruppi, hanno dato vita a tante brevi ma avvincenti storie, sperimentando con le varie attrezzature e seguendo tutti i passaggi sotto la guida di Alessandra di Bartolomeo.

Scattandosi fotografie a vicenda da animare successivamente grazie alla stop motion, alcuni studenti hanno raccontato le avventure di un ragazzo alle prese con una scopa volante; un altro gruppo ha reso lo stesso personaggio un disegno di carta e lo ha inserito in un’altra storia fatta di ambienti e soggetti ritagliati e fatti interagire con le miniature giocattolo sempre animate utilizzando la tecnica dello stop motion. Il terzo gruppo di studenti ha scelto di essere i protagonisti della loro storia inventata, fatta di supereroi e cattivi da combattere, fotografandosi a vicenda da far diventare poi dei ritagli da muovere e animare scatto dopo scatto. Le emozioni sono state, invece, al centro delle attività laboratoriali avvenute tra gli studenti e le studentesse più grandi: sono state proprio queste ultime a scegliere di utilizzare del make up sul proprio viso per esprimere e raccontare le proprie emozioni in riprese realizzate a vicenda.

Il lavoro di squadra, la creatività, l’acquisizione di competenze teoriche e pratiche, la voglia di mettersi in gioco e di esprimersi attraverso l’audiovisivo, la tecnica dello stop motion e delle riprese, nonché di comprendere come utilizzare le attrezzature per raccontare le proprie storie sono stati gli elementi che hanno caratterizzato senza dubbi gli incontri laboratoriali svolti tra le varie classi partecipanti a Cinema Inclusivo. 

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