LA METODOLOGIA DI ARTEDELCONTATTO

Nell’operatività di ArtedelContatto è centrale la ricerca metodologica. Fin dall’inizio l’associazione si è posta l’obiettivo di mantenere costantemente vivi l’interesse e l’attenzione verso le migliori pratiche di pedagogia dell’audiovisivo a livello nazionale e internazionale con l’obiettivo di trarre
spunto e ispirazione da modelli esistenti. Nel corso della sua storia, ArtedelContatto ha creato dei dispositivi e delle azioni in grado di promuovere la conoscenza e la circolazione di dispositivi virtuosi di pedagogia, come ad esempio Screening Literacy, il blog nazionale di informazione e approfondimento sulla pedagogia dell’audiovisivo, attivo dal 2013 al 2018.

Sulla base di questa costante attività di studio e di ricerca ArtedelContatto ha sperimentato nel corso degli anni l’ideazione e la realizzazione di dispositivi di pedagogia dell’audiovisivo e delle arti. In particolare nel corso degli ultimi 2 anni, con l’avvento di alcuni programmi di sostegno alla
pedagogia dell’audiovisivo promossi da enti pubblici di livello nazionale (MIUR, MIBACT, SIAE) ArtedelContatto ha avuto l’opportunità di sperimentare in varie regioni italiane la creazione di dispositivi articolati e complessi, ai quali rimandiamo nella descrizione delle attività realizzate.
Un’esperienza pluriennale che ci ha permesso, altresì, di acquisire un parco stabile di collaboratori di grandi esperienza e professionalità e che ci permette oggi di essere interlocutori di scuole di ogni ordine e grado nella promozione della didattica dei linguaggi visivi e audiovisivi nella scuola.

Dal punto di vista metodologico, nel corso degli anni abbiamo sperimentato una molteplicità di approcci che avevano in comune una caratteristica: riportare lo studente al centro del percorso formativo e farlo tornare protagonista della didattica, sovvertendo la situazione tipica della scuola italiana che vuole il docente incaricato della missione di trasferire competenze e conoscenze e il discente perlopiù come un ricettore passivo di una didattica incentrata sui contenuti e sull’ascolto. La nostra attività, che mette al centro i linguaggi artistici, ci permette di sperimentare approcci
basati sulla didattica cooperativa, che mettono l’accento sul laboratorio come una dimensione in grado di coniugare la didattica, il trasferimento di competenze e il favorire dinamiche di comunicazione positive che coinvolgano il discente in un intervento che, sia esso incentrato su temi
teorici che su attività laboratoriali, prevede il coinvolgimento diretto del discente nella definizione e nella costruzione del sapere.
La metodologia si ispira a principi di carattere partecipativo. L’audiovisivo è una pratica che, per sua natura, stimola la collegialità del lavoro, dando luogo a un contesto educativo orizzontale, collettivo e partecipato, nel quale il docente agisce più come un facilitatore, in grado di canalizzare
processi critici e di acquisizione di competenze e di rendere i destinatari protagonisti del loro processo di apprendimento, stimolando la creazione del gruppo, l’abbattimento degli individualismi e lo sviluppo di un approccio critico e proattivo al sapere e la sua partecipazione attiva.

Questo percorso ci ha portato all’evidenza che questo ribaltamento metodologico, che noi cerchiamo di portare sempre tra le mura scolastiche, è il motore in grado di intervenire sugli equilibri socio-culturali di un gruppo-classe: i nostri interventi favoriscono sempre il disinnescarsi di dinamiche usuali, favoriscono l’emersione di talenti e disposizioni all’apprendimento in discenti che abitualmente faticano a inserirsi nel contesto della classe e, in ultima analisi, contribuiscono all’abbattimento di barriere sociali di varia natura, intervenendo positivamente sul gruppo-classe.
Di seguito una breve panoramica di alcune delle nostre attività principali, con relativa descrizione metodologica.

SEMINARI DI ALFABETIZZAZIONE AUDIOVISIVA
I percorsi di alfabetizzazione, che rientrano nel programma “Cinema in classe”, affrontano aspetti di base degli universi linguistici proponendo ai ragazzi un percorso di apprendimento mirato. È una tipologia di attività adatta al tessuto curricolare, gestibile perché breve, declinabile in vari modi e proponibile, in modo modulare, a più classi o gruppi-classe programmandone lo sviluppo su più anni. Attraverso la visione e l’analisi di materiale auiovisivo di varia natura (estratti di film, film di animazione, videoclip, cortometraggi, ecc.) il gruppo-classe, con la guida del formatore, compie un percorso di analisi e di riflessione incentrato sull’aspetto specificamente linguistico. Tra i temi su cui abbiamo delineato dei percorsi di alfabetizzazione vi sono:
• Il pre-cinema. La fotografia, i dispositivi pre-cinematografici e l’invenzione del cinematografo
• Tecnica del dispositivo cinematografico. La natura della pellicola, il sonoro, l’animazione
• L’inquadratura. I bordi, la profondità di campo, le tecniche di composizione, l’estetica pittorica e
l’estetica fotografica
• Il movimento. Il cinema come immagine in movimento, dal movimento tecnico del dispositivo al
movimento visivo dell’immagine
• Lo spazio. Gestione dello spazio dell’immagine, la funzione dell’inquadratura, l’unità di luogo, il
tempo. L’immagine e la scomposizione dello spazio
• La tecnica cinematografica e il cinema d’Avanguardia. Il “gioco” con la tecnica cinematografica e
la sperimentazione attraverso il dispositivo, la pellicola e lo schermo
• Il sonoro. L’invenzione del sonoro, la voce, i rumori, la musica
• Il montaggio. L’invenzione del montaggio, le varie forme di montaggio, l’analisi dello spazio. Il
respiro dell’immagine: il montaggio e il ritmo
• Il colore. Il passaggio dal bianco e nero al colore, l’espressione dello stile tramite il colore

Il rapporto con il testo audiovisivo è declinato in una modalità del tutto particolare: i “frammenti messi in relazione”, secondo la teoria proposta da Alain Bergala nel suo testo “L’ipotesi cinema”: il testo audiovisivo non viene proposto integralmente ma ne vengono proposti estratti, attingendo a
diversi momenti della storia del cinema, a cinematografie di diversi paesi, a diversi generi e formati. Questa metodologia ha il pregio di focalizzare l’attenzione su elementi specifici che emergono nel testo filmico, permettendo dunque di ottimizzare il tempo e, non secondariamente, di costruire dei veri e propri percorsi tra frammenti audiovisivi intorno a una tematica specifica. L’analisi di questi frammenti è una scomposizione delle decisioni che hanno portato alla costruzione di quell’immagine, un processo creativo che, in questo modo, si riesce a far emergere come aspetto
centrale della didattica.

La metodologia non prevede quasi mai la didattica frontale: è centrale in questa attività un approccio cooperativo, che prevede da parte del formatore un intervento tendenzialmente di facilitazione e di conduzione di un dibattito che mira a mettere in primo piano il discente.
L’audiovisivo è un linguaggio che permette un approccio pedagogico di questa natura: infatti, vedendo un’immagine, sia fissa che in movimento, più o meno chiunque è in grado immediatamente di decifrarla, descriverla e contestualizzarla in una narrazione più articolata. Forte del carattere innato e intuitivo della comprensione di un’immagine, la didattica del linguaggio audiovisivo permette al discente di acquisire la centralità del percorso formativo fin da subito, favorendo il suo coinvolgimento.

LABORATORI VIDEOPRODUZIONE PARTECIPATA
I laboratori di video-produzione, che abbiamo sperimentato in varie occasioni ma, con maggior intensità, nel corso degli ultimi 2 anni, consistono in percorsi collettivi, che coinvolgono il gruppo- classe, finalizzati alla realizzazione di un prodotto audiovisivo.

La nostra metodologia laboratoriale di video-produzione si basa su approcci collaborativi di produzione audiovisiva come il video partecipativo. Chris Lunch, fondatore della società di produzione di video partecipativo inglese “Insightshare”, definisce il video partecipativo come “un modo innovativo e divertente per consentire alle persone di esprimere i propri successi e aspirazioni per mezzo dell’audiovisivo e riportandolo alla loro portata. Sono i membri stessi della comunità a fare il film, loro scelgono cosa filmare, cosa dire”. Attraverso questa metodologia il ruolo classico del regista e dell’autore vengono detronizzati e messi in discussione, a favore del coinvolgimento della comunità presso cui il film viene realizzato,
che nel video partecipativo ha la possibilità di attivare un meccanismo di auto-rappresentazione, declinata nei modi che è il gruppo stesso a stabilire.
In questo contesto, alle classiche dinamiche produttive si affiancano e si sostituiscono dinamiche di gruppo, tale che la figura che è incaricata di intervenire in questo contesto per sviluppare il progetto creativo non è più definibile semplicemente come un regista, quanto più una sorta di “facilitatore”, in grado di inserirsi in un contesto socialmente connotato e indurre dinamiche positive e costruttive di scambio, di dialogo e di confronto che possano portare alla realizzazione di un film collettivo. Il video partecipativo è pertanto una metodologia particolarmente efficace in contesti socialmente connotati come la scuola, pertanto sarà l’approccio che, in differenti modalità, sarà declinato in ogni laboratorio nell’ottica di offrire a bambini e adolescenti l’opportunità di sperimentare un vero e proprio percorso di produzione audiovisiva nel quale ciascun discente ricopre un ruolo specifico nell’ampio spettro di professionalità e ambiti che cooperano alla realizzazione di un prodotto audiovisivo.
Con la scuola primaria abbiamo sperimentato il grande potere delle tecniche dell’animazione (ad esempio, lo stop motion) nella produzione audiovisiva partecipata: il carattere fortemente artigianale e collettivo del lavoro sul cinema di animazione dà luogo a un ambiente di apprendimento estremamente favorevole per il coinvolgimento dei bambini. Con la scuola secondaria di I e II grado, d’altra parte, il lavoro sull’immagine dal vero, sia fiction o non fiction, sulla scrittura, sulla recitazione, costituisce una risorsa pedagogica sempre valida.

A settembre 2020, nell’ottica della ripresa delle attività negli istituti scolastici con cui collaboriamo, abbiamo messo a punto una metodologia didattica specifica, che è possibile consultare qui.

DISTRIBUZIONE CIVILE
Nel corso degli anni abbiamo avuto modo di promuovere anche dei cicli di visione di film, al cinema o a scuola. Abbiamo dato a quest’attività la definizione di distribuzione civile, in quanto i film su cui abbiamo lavorato sono prodotti da soggetti che operano in maniera indipendente e
trattano tematiche di valenza sociale e culturale. l’obiettivo principale di questa attività, pertanto, è favorire la discussione tra gli studenti che partecipano ai nostri progetti in merito a tematiche rilevanti, un’attività che è fondamentale abbia il suo spazio nel mondo della scuola.
La visione dei film è supportata da risorse didattiche preparate ad hoc su misura delle necessità pratiche e didattiche dei docenti. Il progetto prevede il seguente percorso didattico: un incontro pre-visione nel quale si propone un percorso di accompagnamento alla visione e un incontro post-visione durante il quale il gruppo di spettatori, con la guida dell’esperto e del docente, rielabora la visione del film. una metodologia ereditata da altre buone pratiche attive nella mediazione culturale verso il prodotto artistico di qualità che abbiamo voluto adattare alla visione cinematografica.

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